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domenica 4 aprile 2021

di fiori e imbecilli

Se c'è una categoria di animali che suscita un certo ribrezzo generale sono gli insetti; troppe zampe, troppi occhi, troppo duri e molli allo stesso tempo, insomma troppo diversi dalle nostre categorie estetiche per suscitare simpatia.


Eppure il profumo dei fiori, i loro meravigliosi colori, le stupefacenti forme, tutto di queste poesie vegetali è  fatto a misura di insetto. Credo in fin dei conti  che animaletti con un così straordinario senso del bello, devono nasconderci sotto i loro orripilanti gusci, interiorità meravigliose…


Questi pensieri sulle false apparenze, e la fallibilità dei nostri giudizi, mi riportano alla mente un'altra idea su cui sto riflettendo in questi giorni, è  in verità poco hanno a che fare con l'argomento di prima; come giudicare gli imbecilli.  Senza tirare fuori troppa filosofia, non è questo il posto,  ne tanto meno il male dei nostri tempi; quel politicamente corretto che ci sta rovinando, ma spesso vedo gente affibbiare questo titolo con troppa facilità. Devo ammettere in tutta onestà,  che io personalmente  nel classificare le persone in questa categoria sento un brivido lungo la schiena. Intendiamoci non è che non lo faccia, anche perché certi individui sembra quasi che si impegnino per rientrarci. 


Però quando sono in dubbio se aggiungere una persona alle numerose schiere che occupano questa categoria di umani,  quello che mi chiedo è:  "ad essere idiota in una persona, è la persona medesima o la sua storia?"


Cioè voglio dire pensate ad un Napoleone; veniva da una famiglia della bassa nobiltà di tradizione militare, ha fatto gli studi che ha fatto, poi la rivoluzione francese e tutto il resto, ed è diventato Napoleone. Ma se avessimo preso lo stesso bambino e lo avessimo fatto crescere ad un ciabattino di mezzo secolo prima della sua epoca, cosa sarebbe successo?  Di solito questa è una domanda da filosofia della storia: sono gli uomini a fare gli eventi o sono gli eventi che producono gli uomini? Io qui voglio invitarvi però a vedere la cosa da un altro punto di vista: diciamo che a questa domanda abbiamo già risposto, è un mix tra le due cose, l'uomo giusto al momento giusto, ed a questo punto visto che nel 1739 il potere era saldamente in mano alla vecchia classe dirigente e che comunque il figlio di un ciabattino in condizioni normali in quei tempi (come oggi), difficilmente avrebbe potuto contare su un ascensore sociale, in questo scenario come avrebbe vissuto il ciabattino Napoleone? Sarebbe stato famoso almeno nel circondario per la sua astuzia? Sarebbe stato capace di trascinare uomini o gestire affari, sarebbe in qualche modo riuscito a cavarsela bene?  O invece sarebbe stato un ciabattino stupidotto e ignorante figlio a sua volta di un ciabattino sempliciotto?



Prendiamo un altro personaggio ligabue il pittore, a causa della sue tristi vicissitudini familiari che gli lasciarono evidenti segni sia fisici che mentali, a Gualtieri dove abitava, fino  quasi alla sua morte fu considerato alla stregua di un mentecatto, che girava tutto il giorno in moto ad elemosinare un po'  di intimità, negata dalle ragazze del circondario. Adesso mi chiedo se invece che a Gualtieri il destino lo avesse condotto a Parigi cosa sarebbe successo di Ligabue? 


Per finire prendiamo ad esempio "il cervello" per antonomasia Albert Einstein,  che in vita il grande scienziato fosse strambo è  voce comune, adesso pensate se la sorte non avesse deciso che i genitori dovessero spostarsi dalla Germania militarista del periodo guglielmino, dove il nostro manifestava ricambiato grave insofferenza per il rigido sistema scolastico,  Einstein sarebbe riuscito lo stesso a far brillare il suo ingegno o sarebbe magari diventato un derelitto senza arte né parte morto di stenti durante il primo dopoguerra o in un lager hitleriano? 

Sono domande a cui non so rispondere e che alla fine si riducono tutte a quella iniziale: presupponendo che tutti noi siamo stupidi in qualcosa,  la stupidità in generale é  un difetto  della persona ? Oppure è la mancanza per cause fortuite della possibilità di sviluppare la predisposizione naturale,  che avrebbe contraddistinto quel dato  individuo?

Verrebbe voglia di liquidare la questione con una battuta, forse tutto ciò  è  solo lana caprina, pero la prossima volta che il tizio nemmeno capace di allacciarsi le scarpe, ci farà girare le scatole, il pensare che con altre occasioni poteva diventare un Cesare ho forse un nuovo Manzoni, potrebbe essere un modo per alterarsi di meno, e dopo tutto comunque  se davvero stupidi si nasce; chissà gli altri cosa pensano di noi. 

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