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venerdì 5 marzo 2021

a m'arcord delle piccole cose

 

  

  

Stavo dando una sistemata alla mia biblioteca, così mi è finito tra le mani un libro che avevo acquistato presso una libreria di Rimini durante una vacanza. Per i più puntigliosi;  "una vita così" di Walter Bonatti.  

  

Avevo letto la vecchia edizione in versione digitale e trovando questa ristampa riveduta è aggiornata, ad un buon prezzo, mi è parso che farlo mio fisicamente e rileggerlo, sarebbe stato un ottimo modo per passare il monotono e assolato meriggio  riminese, intanto che mogli e figli si godevano la spiaggia e il mare.  

  

Prendendolo tra le mani mi ricordai di non essere riuscito a finire di leggerlo, ed a sfogliarlo, trovai il segno lasciato prima di riporlo, quell'ultimo pomeriggio di lettura vacanziera.  

 

Quel segno, è un ricordo reale di un tempo tranquillo, piccolo e personale, un tempo dedicato al silenzio ed all'ozio. 

  

In questi tempi di covid, più che i grandi viaggi, mi manca Rimini.  Perché Rimini è il simbolo delle piccole cose, Rimini e il quotidiano;  La villeggiatura tranquilla, fatta di mare e piadine, intervallate da giri per la città e dintorni con i suoi resti antichi ed affascinanti, sepolti come a Pompei ma non dalle ceneri di un vulcano,  bensì dal turismo borghese e modaiolo, fatto di gente che va un po' di fretta. Luoghi Ricoperti dalle luci e dai suoni, dalla puzza di fritto che si mischia agli odori delle creme antisole.  

 

Rimini in questa geografia ideale rappresenta forse un approdo, dove si torna quando non si sa dove andare. 

 

In periodi come questi, dove appunto il Quotidiano ci è precluso  e  ci assale la malinconia per le piccole cose di prima, la mente galoppa e viaggia  per assonanza, ad un altro quotidiano;  quello della fanciullezza,  precluso anch'esso, ma stavolta dallo scorrere del tempo. In quel periodo, forse per le dimensioni nostre, le avventure apparivano grandiose, le scorribande in campagna che si trasformava in selva,  con lucertole assunte al ruolo di caimani e le bisce a quello di cobra o al più esotico mamba nero, scoperto da poco su un enciclopedia.  

 

Così finisce che  la malinconia per le cose di ieri si somma a quella per tempi ancora più remoti, ed aiutate dal  vacillare della memoria, nei ricordi si confondono e si mischiano; una carrettiera siciliana, dove un poco più in là spostato, un contadino sonnecchiante nella "sua robba",  ci offre vino e frutta mentre  intrattiene, con discorsi sul tempo, sulla politica e sui santi,  con un sentiero polveroso in val marecchia nascosto tra i filari di Sangiovese, che porta ad un eremo  che si erge su uno sperone sassoso. Dove chi lo occupa e impegnato nel silenzio. 

  

Son le piccole cose, le sensazioni semplici a far preziosa l'esistenza, e mi sembra che, Rimini in questo senso per me diventa   l'archetipo di quei momenti in cui si è stati felici,  senza particolare motivo se non il fatto di esistere.



I momenti alla Bonatti( per restare in tema) quando ci capitano sono come il sale che insaporiscono  la pietanza.   l'eccezione, l'evento irripetibile, è per l'appunto irripetibile, nel momento stesso in cui lo affrontiamo, sappiamo già che è per quella volta e basta. È se per assurdo si tentasse nuovamente l'impresa,  o un'altra similare  distruggeremo la magia, ed allora si entra nella routine, nel già provato e  non sarebbe più la stessa cosa.  

  

No, solo a pochi, e forse millantatori  anch'essi e dato di avere malinconia dell'eccezionale. Per quel che mi riguarda personalmente, mi  manca il quotidiano. Gli uomini per inclinazione aspirano all'epopea, ma la loro dimensione e il racconto. E forse come dicevano i greci, la felicità consiste nel capire questa misura.

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