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giovedì 7 novembre 2024

Ancora Trump, qualche pensiero sparso


Grande preoccupazione da parte di tutto il mainstream per l'elezione di Trump alla Casa Bianca, come al solito sbagliano obiettivo: il vero dramma non è che Trump sia il 47° presidente degli Stati Uniti, ma che gli Stati Uniti, il paese più importante del mondo, non siano riusciti a esprimere un candidato migliore. Tutti voi preoccupati dall'elezione di Trump, credete davvero che, se la classe politica americana avesse contrapposto a Trump un Roosevelt, un Eisenhower, un Nixon o persino un semplice Carter, Donald avrebbe avuto una minima possibilità di vincere? La verità è che Trump ha vinto perché lui è quanto di meglio gli Stati Uniti riescono a produrre in questo particolare momento storico; che ciò sia dovuto all'autoreferenzialità della classe dirigente, alla sempre maggiore disparità delle classi sociali o a chissà cos'altro, non sta a me dirlo, io constato il fatto che l'America dei giorni d'oggi il meglio che riesce a produrre è questo tipo di Leaders, e tra i Leader di questa specie Trump è il migliore di essi. In aggiunta posso solo dire, che anche se per assurdo avesse vinto la Harris, non sarebbe cambiato nulla, almeno in positivo, come del resto dimostra la fallimentare presidenza Biden. L'America ha un problema, e Trump al massimo è il sintomo che lo manifesta, non la causa.

Potrà lui fare qualcosa per risolvere questa situazione? Pochi lo credono. Come giustamente ha detto Fusaro in un suo commento: "Trump è un'anomalia del sistema, non un'alternativa ad esso". È anche vero, però, che sono rari i presidenti che hanno goduto dei poteri di cui godrà Trump in questa amministrazione. Infatti, questa presidenza appare un caso da manuale del concetto di eterogenesi dei fini: hanno fatto di tutto per affossarlo; invece, The Donald si ritrova al potere, con il Senato, la Camera e la Corte Suprema in mano al suo partito. È vero che anche nella scorsa presidenza, per un certo periodo, si ritrovò in una situazione simile, ma questa volta ha anche il vantaggio di aver goduto di un bel po' di tempo in cui meditare il da farsi...

Personalmente non mi aspetto granché da questa amministrazione, soprattutto in quanto europeo; magari voleranno paroloni verso gli avversari, ma Trump non è così stupido da andare in uno scontro diretto contro la Russia.  Anche con la Cina, Trump sa bene che, se vuole riuscire a cavare qualcosa, deve muoversi accortamente. Se dovrà bullizzare qualcuno per soddisfare i suoi elettori, la scelta più sensata rimane l'Iran militarmente, economicamente, noi Europei.

La mia speranza è che, in questo giro, l'Europa finalmente capisca che a restare servi degli americani, per quanto questi ci siano simpatici, restiamo in balia dei loro umori, sempre più altalenanti. La nuova presidenza Trump può essere una buona occasione per riuscire ad affrancarci. Vista la sua precedente presidenza, ci credo ben poco; benché molti qui da noi si lamentino di questa futura amministrazione, come dicevano gli antichi: se Atene piange, Sparta non ride. Onestamente penso che i nostri dirigenti siano ancora più infimi; probabilmente, come l'altra volta, staranno a latrare intanto che arrivi un nuovo padrone più ben disposto a tirargli un osso.

Più realisticamente, spero che questa batosta abbia persuaso i democratici che il wokismo e tutte le altre farneticazioni su cui si sono spesi non portano da nessuna parte, e che tutti questi sciroccati, perdendo il loro referente politico, finiscano con lo scomparire. Inoltre, auspico, vista l'opinione che Trump ha degli "alleati" e questi ultimi di Trump, che il processo di "americanizzazione" dell'Occidente subisca una brusca frenata, il tutto con buona pace di chi sperava che saremmo morti mangiando hamburger. Già Sordi, ai bei tempi, ci aveva mostrato che noi come "amerecani" siamo solo ridicoli.

mercoledì 6 novembre 2024

Trump Is Back


E anche queste elezioni ce le siamo tolte dalla p... per parafrasare un’iconica scena di un famoso film pecoreccio. Come era prevedibile immaginare, The Donald ha stravinto la contesa, facile per tutti, intendo, tranne che per i vari media, che, straparlando di improbabili rimonte della Harris, hanno eroso ancora un pochino la loro credibilità. Va bene lo stesso, tanto, come è semplice constatare girando un po’ sui social, il mondo è ancora pieno di gente convinta di essere ben informata e al riparo dalle fake news, affidandosi a quella massa di letame fotogenica o ben scritta.

Sono davvero curioso di leggere i vari commenti e gli scenari che prospetteranno gli esperti all'indomani di queste elezioni. Da parte mia, che sono una mente semplice, fin da subito, tre cose posso dire di portarmi a casa da questo risultato.

La prima è che gli americani, ancora una volta, hanno chiaramente fatto capire che non sono quel popolo di rincoglioniti interessati alle battaglie di vecchie puttane annoiate e miliardarie residenti nelle zone bene di New York e Los Angeles e dei loro inutili figli, che passano il tempo in costosissime università discutendo del sesso, non degli angeli come a Bisanzio, ma di semplici disturbati mentali. O altre facezie simili. L'ammetto: mi fa piacere.

La seconda cosa è che, per quanto io detesti l’establishment americano, attentati a parte e qualche tiro mancino nei mesi che ci separano dall’effettivo insediamento, l'America, benché malmessa, ha dato al mondo un vero esempio di democrazia; signori miei, il vecchio leone ruggisce ancora. E visto come siamo messi noi, non mi pare il caso di sottolineare che questo ruggito sia di acclamazione per un personaggio come Donald Trump.

Infine, non posso non paragonare la conclusione di queste elezioni con quelle svoltesi in Europa pochi mesi orsono. Un esito che dimostra come gli americani, nonostante tutto, nel bene e nel male, riescano ancora a essere padroni del proprio destino. Mentre qui da noi, nonostante i risultati elettorali fossero altrettanto chiari, a parte un po' di scena, non è cambiato nulla, ma proprio nulla rispetto alla situazione pre-elettorale. Senza che nessuno abbia trovato da ridire in questo stato di cose, anzi con un respiro di sollievo da parte di molti.

mercoledì 30 ottobre 2024

Halloween

Siamo giunti nel cuore dell'autunno, puntuale come le tasse, anche quest'anno si leggono e si sentono in giro le lamentele e i mugugni da parte dei tradizionalisti contro la festa di Halloween.

Premesso che mi fa un po' specie, lo ammetto francamente, mi rattrista un poco vedere come, soprattutto noi italiani, siamo stati estremamente entusiasti nell'accogliere questa "nuova" festa, nel mentre che lasciamo morire nel disinteresse più completo ricorrenze più tradizionali e proprio in forza di ciò, la logica vorrebbe fossero più sentite. Per quanto mi riguarda, sarei stato più contento se il bieco consumismo si fosse adoperato a rinverdire festività a cui sono maggiormente legato, piuttosto che importarne di nuove.

Ma detto ciò, faccio fatica a capire la miopia di quei cattolici che, in perfetta buona fede, invocano crociate e boicottaggi verso Halloween da parte di tutti i loro correligionari. Signori miei, non posso credere che dopo duemila anni di storia siamo degradati a tal punto di non sapere come funziona una società; la società è come un fiume, in questo fiume si può scegliere di dirigersi nel centro e una volta lì, allora, ma solo allora, si può anche provare a indirizzare la corrente, oppure assumere posizioni defilate ai margini. Ma chi se ne distacca del tutto, diventa presto una pozzanghera destinata ad esaurirsi.

L'affermare: "noi la pensiamo così e facciamo a modo nostro, disinteressandoci del resto", se quel noi non è composto da una maggioranza veramente consistente, non è altro che un emergere di quel individualismo tanto in voga ai nostri tempi, e che a parole tanto biasimiamo.

Inoltre, chiariamolo fin da ora, è meglio abituarsi subito a questo genere di cose; l'influenza di concetti come quelli espressi dal politologo Huntington e del suo "scontro di civiltà" non si esaurisce nella "lotta al terrorismo" e nelle manifestazioni di odio verso l'Islam da parte di giornali prezzolati, ma semmai trova compimento nel aver persuaso l'egemone, specie di questi tempi di declino relativo, che se vuole mantenere il controllo delle sue province, deve uniformare sempre più la cultura dei territori sotto il suo controllo, perciò aspettatevi sempre più questo tipo di colonialismo culturale.

Insomma, che piaccia o meno, Halloween ormai è entrato qui da noi e forse anche grazie ai suoi aspetti macabri e sacrileghi ha preso un po' il posto del carnevale, che negli ultimi tempi, forse per eccesso di abitudine, era diventata una festa sottotono e troppo edulcorata rispetto alla festa del passato (vogliamo ricordare le origini di Arlecchino?). Motivi per cui è inutile mantenere un atteggiamento di anacronistica opposizione, ma invece sarebbe più utile fare ciò che i cristiani hanno sempre fatto in questi casi, cioè fare nostra anche questa festa, così come abbiamo fatto per il Natale, la Candelora, San Giovanni, l'Assunzione, eccetera.

Nel fare ciò, tra l'altro, non dovremmo avere particolari difficoltà, visto che Halloween stesso trae origine da quella festa che già una volta abbiamo sostituito o, per meglio dire, integrato con Ognissanti e le celebrazioni dei morti; in pratica sarebbe un riappropriarsi, rafforzandolo, di qualcosa che era già nostro e che rischiava di sbiadire come altre festività e ricorrenze che non siamo riusciti a salvaguardare.

martedì 15 ottobre 2024

Il mondo moderno spiegato in breve



Il funzionamento del sistema economico moderno si basa su un principiò fondamentale, ovvero: la costante crescita. Ciò vuol dire che se ieri si produceva (e con questo termine non si intende solo la produzione materiale), diciamo dieci, per mandare avanti il tutto, domani si dovra produrre almeno dodici e così via.

Come è facile capire un sistema del genere funziona molto bene in una società che parte dal basso, con un alto numero  di bisogni da soddisfare, mentre in una società avanzata, per di più con un saldo demografico neutro, quando non negativo, le cose si fanno più complicate, infatti dopo aver convinto la gente che ha bisogno di una televisione per il salotto, una per la cucina e un altra per la camera da letto, diventa un tantino difficile indurli a credere che ne occorrerebbe una anche in bagno.

In sostanza; questo vuol dire che il sistema va in affanno e rallenta, le nostre società hanno un numero di bisogni da soddisfare minori, rispetto a quello che servirebbe al modello economico per funzionare al pieno regime. Per risolvere una situazione del genere, quantomeno in teoria esistono diverse soluzioni. 

Quella che almeno apparentemente sembrerebbe la più semplice di tutte sarebbe  di riformare il sistema economico e adattarlo alla nuova realtà dei mercati, purtroppo, al contrario di come qualcuno vorrebbe fare credere, i fanatismi non riguardano solo le religioni, ma fanno parte della forma mentis dell'essere umano. percio vi è la stessa difficoltà sia nel convertire un'integralista che nel convincere un'economista che il pensiero economico vada riformato. Inoltre ad onor del vero e a parziale difesa degli economisti, c'è da dire che alcune proposte per una economia alternativa, come ad esempio la teoria della decrescita, paiono più delle minacce che dei veri modelli economici. motivo per cui questa soluzione per lo più, non è stata nemmeno presa in considerazione.

Un'altra soluzione probabile potrebbe essere quella di investire ancora di più in ricerca e sviluppo, una maggiore rapidità nell'innovazione e l'uscita di sempre nuovi prodotti e servizi può contribuire a tenere alto il numero di bisogni da soddisfare. Però una soluzione del genere richiede che gente per natura avida investa ancora di più, di quanto regolarmente fanno, senza la sicurezza di un vero ritorno, difatti nessuno garantisce che ai fini economici, aumentando la voce risorse investite, diminuisca in maniera proporzionale la voce tempo impiegato per la scoperta e lo sviluppo di prodotti davvero capaci di creare nuovi mercati.


I geni dei mercati, per ovviare a tutti questi problemi, hanno furbamente pensato  che esisteva un'altra soluzione molto più comoda,  per rimettere l'economia sulla giusta carreggiata senza tutti questi rischi (per loro), ovvero inglobare dentro il sistema una realtà fino ad allora esclusa, costituita da una popolazione numerosa e ricca di bisogni, Naturalmente stiamo parlando della Cina.

Quello che questi signori, per via del loro intrinseco razzismo, non hanno considerato e che i cinesi non sono degli sprovveduti, perciò dopo essere riusciti a ripartire, grazie alla spinta che noi gli abbiamo fornito, hanno giustamente pensato che questa fame di bisogni di cui soffre la loro popolazione, invece che essere usata per alimentare l'economia occidentale, poteva essere indirizzata per sostenere la crescita della propria economia. 

Ecco perché la dirigenza cinese è diventata il male assoluto. 

Siamo così giunti ai giorni nostri, a fronte dello scorno cinese, che invece di risolvere il problema lo ha aggravato, adesso ci sono due scuole di pensiero per risolvere la crisi che viviamo: premesso che rivedere il modello economico resta sempre e comunque tabù. La prima scuola di pensiero più americana vorrebbe riprovare, con l'india ciò che è fallito con la Cina, sperando che gli indiani siano piu idioti o quantomeno più accondiscendenti. 
L'altra via, preferita soprattutto, ma non solo dagli Europei e quella di provare a stimolare i mercati interni attraverso un cambio di paradigma: ed ecco a voi spiegata in breve la rivoluzione green di cui tanto si parla. 
E intorno a tutto questo, un mondo che corre troppo veloce, per essere analizzato senza il necessario, sennò del "poi" 




giovedì 3 ottobre 2024

Tracce di sé



Oggi tappa a Bergamo. Visto che c'ero, mi sono preso il pomeriggio libero per visitare la Città Alta. Stavo girando intorno alla basilica quando ho pensato che costruzioni come questa, che tanto ammiriamo, sono tutte consumate dal tempo. Eppure, se bene molti dei dettagli che chi le ha costruite aveva realizzato con estrema cura, sono persi per sempre, la loro bellezza e il loro fascino non sono diminuiti nemmeno un po'. Triste il paragone con certe architetture moderne, che, giusto il tempo di ultimarle, e sembrano già invecchiate, al punto che appena il tempo, davvero comincia a lavorarci sopra, viene voglia di proporne l'abbattimento, per ridurre il degrado urbano.


questo discorso non è valido solo per le grandi opere, ma vale ancora di più per l'edilizia cosiddetta civile. Dovete sapere che quando visito una città, se mi è possibile cerco di parcheggiare nella prima periferia, per poi raggiungere a piedi ciò che mi interessa vedere, mi immagino così di riuscire a cogliere un po' del clima del Luogo che visito; la vita quotidiana, le parlate, gli odori, eccetera.  Tornando alla macchina ancora influenzato dai ragionamenti fatti girando attorno all'antica basilica, mi sono reso conto che anche se non c'è nulla di memorabile, risulta comunque piacevole percorrere le strade affiancate da edifici costruiti diciamo fino alla prima metà del secolo scorso, questa piacevolezza, il riuscire a cogliere qualche pregio architettonico anche nella più umile di queste costruzioni è in fondo quello che ha fatto la fortuna di tanti borghi "minori". Però mano a mano che le costruzioni si fanno più moderne la camminata diventa più anonima, si perde interesse in quello che ci circonda e tutto diventa semplicemente il raggiungere un punto "b"  partendo da un punto "a". È davvero difficile che qualcosa riesca a catturare l'attenzione, si è circondati da edifici insignificanti, quando non proprio  brutti, senza altra pequliarita che quella di essere utili allo scopo per il quale sono stati costruiti, nulla più. 

Tranquillizzatevi, non sto scrivendo il mio ennesimo post sull'imbarbarimento dell'arte e la fine del senso estetico, almeno non solo, in verità volevo riflettere sul perche le opere del nostro tempo non riescono ad acquistare con gli anni quel  fascino che contraddistingue questo genere di manufatti, e del perché le altre costruzioni paiono troppo legate solo alla funzione, minimizzando altri aspetti importanti. Insomma volevo parlare del perché oggigiorno costruiamo come costruiamo, e questo perché, a mia opinione si riduce al fatto che questi manufatti quantomeno ad un livello inconscio, sono costruiti per non essere destinati a durare, compresi appunto, quelli che almeno sulla carta sono stati progettati per arricchire il patrimonio architettonico culturale del paese. 

Già qualcun'altro aveva posto l'accento che la nostra società, più che semplice amore ha quasi un feticcio per "il vecchio" al punto che spesso benché si dispone di tutti i progetti e i materiali per recuperare alcune grandi opere antiche, si preferisce lasciarle allo stato di rovina per paura di intervenire, si sostiene, che questo tipo di  approccio al restauro sia stato adottato per evitare di "tradire" l'opera e farla diventare un falso, ma anche grazie ad alcuni accorgimenti che le nuove conoscenze mettono a disposizione, il problema in realtà è più limitato di quanto si creda. personalmente io interpreto questo tipo di atteggiamento come una paura a confrontarsi col passato.

Ma anche quando si lavora sul nuovo si ha l'impressione che i progettisti siano preoccupati di lasciare dietro di sé delle tracce troppo profonde, se per gli uomini del passato era un punto d'onore costruire cose che sfidassero i secoli, per i moderni pare esattamente il contrario, ed ecco allora che si scelgono materiali sempre più leggeri e trasparenti, le pietre e i marmi, quando si adoperano, sono di spessore sempre più sottile, l'ultima trovata e quella di ricoprire gli edifici (cioè nasconderli) con elementi naturali, quali piante e alberi. per me tutto ciò fa trasparire un senso di inadeguatezza dell'uomo moderno, ed è proprio questo suo sentirsi inadeguato che lo porta ad evitare di confrontarsi col passato, e a cercare di non dare troppo risalto al nuovo, mettendo in primo piano altre caratteristiche quali la funzione o l'ecocompatibilita delle sue opere. Vista in questo senso anche la bruttezza trova una sua utilità; diventa un motivo in più offerto ai nostri successori per buttare giù e ricostruire, quello che gli lasceremo senza troppi rimpianti.

Un'altro segno del malessere e dell'insoddisfazione che la nostra civiltà sta vivendo? 


martedì 1 ottobre 2024

Venti di guerra




Qualcuno potrà obiettare che, quando l'inverno scorso ipotizzai una guerra con l'Iran, indicai come motivo le elezioni americane, una guerra come alternativa a espedienti meno democratici, almeno da un punto di vista interno, quali, ad esempio, assassinare l'avversario. Invece, pare proprio che la causa della guerra sarà Israele. Evidentemente mi sbagliavo; figuriamoci se uno stato grosso come la Puglia ha bisogno di concordarsi con il suo principale sponsor, e unico motivo per cui esiste ancora, per dichiarare guerra a mezzo Medio Oriente...

Comunque, visto che mi diverto a fare previsioni, per me questa volta, se gli USA non fermano quei pazzi sanguinari alla dirigenza israeliana, faranno il passo più lungo della gamba. Intanto perché la Russia potrebbe decidere di ricambiare il favore che le abbiamo fatto in Ucraina, armando pesantemente gli iraniani. Ma soprattutto perché vederli impegnati su due fronti è un’occasione troppo ghiotta offerta alla Cina per riprendersi Taiwan. Non so se il presidente Xi riuscirà a resistere, e se si apre un terzo fronte, allora o gli americani tirano fuori un esercito di Rambo o saranno costretti a usare le atomiche, e allora fine dei giochi per tutti. Siamo messi proprio in una brutta situazione.


Naturalmente questo è uno scenario estremo, non penso seriamente possa avverarsi, il mondo ha ancora qualche persona capace a guidarlo. Purtroppo pare che stiano tutti dall'altra parte. Comunque come qualcuno ha saputo spiegare meglio di me, le grandi potenze non sono ancora pronte per iniziare una guerra guerreggiata; sia la Russia che l'occidente, come ha dimostrato la guerra in Ucraina hanno gravi carenze dal punto di vista militare, mentre la Cina dipende ancora troppo dall'occidente per alimentare la sua economia, gli altri stati sono ancora troppo secondari.  Almeno che qualcuno degli attori in gioco pecchi di un eccesso di hybris, anche se le cose di sicuro pegioreranno, non penso si arriverà davvero alla catastrofe totale.


Post scriptum 
Visto che di questi tempi e facile essere fraintesi, reputo sia opportuno specificare che naturalmente qui, come in altri scritti dello stesso argomento, quando si fa riferimento all'America non si parla della nazione statunitense in sé, ma nello specifico di quel gruppo di potere trasversale ai due partiti storici identificato con l'appellativo di "neocon", che tanti disastri hanno già provocato alla leadership americana quanto meno dalla presidenza Bush junior in poi. Inoltre, sicuramente per quando riguarda i rapporti  con il Medio oriente e in particolare Israele, della lobby israeliana, e per finire  con tutta probabilità di buona parte dell'apparato militare-industriale.

Il sorteggio, un racconto



Eccolo arrivare, per ora è ancora un puntino nell'azzurro cielo, nient'altro che un riflesso di luce seguito da due ali di vapore. così, grosso modo penso, anche gli antichi dovevano figurarsi l'arrivo degli Angeli di Dio, che avrebbero portato il giudizio sulla terra. Chi mai avrebbe immaginato che ne sarebbe bastato solo uno?  Ma non si tratta di un Angelo, quello è un ammasso di tecnica e ferraglia, quello è l'aereo che ci consegna la bomba, ne eravamo a conoscenza, sono tre mesi che già lo sappiamo, la nostra Città è stata sorteggiata e prima di comunicarlo in diretta mondiale avevano provveduto a blindare l'area, compreso lo spazio aereo, affinché nessuno potesse scappare o rimanere vittima involontaria. Ma che lo si sappia con  preavviso o no, beh, fa sempre un certo effetto, non capita tutti giorni che ti scoppino venti kilotoni sulla testa. 

Intanto che parlo la forma dell'aereo si fa più netta, più distinguibile, e in lontananza si sentono grida, gente che piange, che scappa, che ride impazzita. Gente che sfoga come meglio riesce la tensione che via via si è accumulata e ora e giunta al culmine, si sentono rumori di vetri rotti e ferro che stride, di porte che sbattono e macchine sgommare. Pensandoci bene, l'attesa di tre mesi che separano il sorteggio dall'esecuzione, è la cosa peggiore, in tutta onestà credo che sarebbe meglio se la faccenda venisse sbrigata subito: una città viene scelta e si fanno partire i missili, senza tante chiacchiere; che senso ha fare aspettare tutto questo tempo,  dicono serva a permettere ai  Sortegiati di prepararsi, dare loro il tempo per concludere tutte le loro questioni, ma davvero bastano tre mesi per terminare tutta una vita? E per terminare quei tre mesi non sarebbe giusto lasciarci altre tre settimane, poi ancora, per quelle tre settimane in questo mondo divenuto oramai un sogno utopico, resta ancora così ampio spazio alla crudeltà da negarci altri tre giorni, e poi tre ore, tre minuti e così via, Come nella storia della tartaruga. Dicono anche che procedendo in questo modo, funziona meglio per tutti gli altri che assistono, che cosi anche loro hanno tempo di entrare in empatia, di immedesimarsi con i condannati. sarà ma mi pare lo stesso crudele, ma poi, no, ci ripenso e mi sembra giusto così, d'altronde il "sorteggio" serve proprio a fare da monito  per la generazione che assiste, bisogna mostrarlo tutto l'orrore della violenza: "sterminare una città per salvarne altre mille." È questo lo scopo e visto che sono già due secoli che non scoppiano guerre non possiamo contestarlo.

Ma mentre che parlo l'aereo e proprio sopra di noi ed ha iniziato le manovre per lo sgancio. Ecco! Ha sganciato la bomba, la bomba cade ed io sono qui a passeggiare col mio cane che indifferente annusa la terra per decidersi a dove pisciare, la bomba cade e qualcuno sta facendo l'amore per l'ultima volta, sperando di morire nell'amplesso, la bomba cade e qualcuno sta a mangiare, a ubriacarsi, a litigare. La bomba cade e tutti stiamo qui, come ipnotizati a fare i fatti nostri.

Si è aperto il paracadute, a rallentarne la discesa e dare ai piloti il tempo di salvarsi, adesso la bomba e ben visibile, le urla hanno lasciato posto ad un incredulo silenzio, no, no, c'è più casino di prima in realtà, ma è un  caos  diverso, che ha perso l'anarchia di pochi istanti fa, adesso i rumori sembrano accordarsi fra loro; rispettare un certo ritmo, quegli urli, quelle risa, quei pianti, le preghiere, presi nel loro insieme  hanno un che di cerimoniale, quasi un canto rituale, o forse sono io ad essere diverso, a sentirmi diverso,  un prescelto, come le vittime sacrificali di epoche passate che con il loro sacrificio permettevano che il sole sorgesse, adesso  noi con il nostro permettiamo che la pace continui, poi nascerà un'altra generazione, ed allora un altra citta verrà bruciata per fare si che l'uomo non dimentichi e cada ancora vittima della barbarie.

Nel frattempo la bomba si avvicina, non esploderà in aria, considerate le dimensioni della nostra cittadina è stata scelta una detonazione a impatto, ciò garantirà che benché il calore e l'energia nella zona circostante all'esplosione saranno enormi, l'area danneggiata non risulterà troppo estesa perche il suolo assorbirà gran parte dell'energia rilasciata. anche questo ci è stato ben spiegato, come la legge prescrive. On line, a distanza  naturalmente, d'altronde quale pazzo sarebbe venuto di persona a spiegarci tutti i dettagli della nostra morte,  con il rischio di essere preso come ostaggio. Tutto ci hanno spiegato: le caratteristiche dell'aereo; un B56 l'ultima evoluzione  non troppo dissimile del modello originale che sgancio la prima bomba, i particolari tecnici della bomba stessa , un banale ordigno a fissione alimentato da  isotopi di plutonio -239, con un sistema per la riduzione del fallout radioattivo, che altrimenti visto il metodo di detonazione scelto avrebbe comportato costi di bonifica troppo alti,  ci hanno spiegato come funziona il sorteggio. Già, il sorteggio, chissà se poi è vero che tutto avviene proprio come loro dicono ed essere solo una questione di statistica che ad essere estratte sono sempre città modeste tra i cento e i trecentomila abitanti. Oppure hanno ragione quelli che sostengono che sia tutto truccato, che le città più grandi non vengono toccate perché vi risiedono i potenti e che poi sarebbe un fottio circonscriverle, fare si che tutto avvenga in maniera regolare, controllare per tre mesi tutta quella gente. Ma in fondo cosa cambia? Trucco o non trucco, quel che conta è che adesso tocca a noi.



Adesso che si comincia a vedere bene, quell'ordigno dalla forma cicciotta attaccata con dei fili sottili al paracadute, ha un qualcosa di comico mentre mi immagino tutti i suoi sofisticati congegni impegnarsi con la massima solerzia a fare si che la bomba non esploda prima del momento voluto. Ci hanno consigliato di ragrupparci nel centro cittadino perché è lì che secondo i calcoli degli ingegneri cercheranno di far detonare la bomba, in questo modo soffriremo il meno possibile, ma tanto qualcuno che sopravvive, almeno per qualche giorno alla fine c'è sempre, e allora per quel che vale, ho preferito per la mia morte scegliermi un luogo piu defilato;  dopo tutto cosa volete che siano due secondi in più o in meno, e del resto chi potra mai venire a conoscenza di tale sofferenza, non ci sarà testimonianza per il mio strazio.

E mentre vedo l'arnese ondeggiare leggero e pacifico nell'aria, mi domando quanto tempo ci mette a scendere, sarà vero ciò che affermano chi dice che negli ultimi istanti il tempo sembra rallentare? Intanto io non vedo il mio passato scorrermi davanti, sono tutto concentrato sul presente e mi chiedo chissà cosa pensano i piloti che hanno sganciato l'ordigno, il mondo intero che sta assistendo al nostro martirio, e gli altri protagonisti, le altre vittime di questa storia, il ruolo che il destino ha deciso per ognuno di noi ci ha resi più saggi, piu consapevoli, piu altruisti. Oppure questi mesi di attesa ci hanno resi più egoisti, più avari, più affamati di vita. Da parte mia mi sento quasi uguale a ieri, allo stesso modo di come ieri mi sentivo quasi uguali all'altro ieri. Non riesco a trovare redenzione in me stesso e in tutto quello che mi capita, si, adesso sto toccando il fuoco e so che brucia, ma domani se solo ne uscissi illeso, so già che comincerei a dimenticare, dopo domani, o il giorno dopo al massimo tornerei ad ammirare affascinato la fiamma, domandandomi se davvero il bruciore era cosi intenso.

La bomba è quasi arrivata a destinazione, in barba a tutti i calcoli a tutte le previsioni di tecnici, scienziati e ingegneri mi pare stia cadendo proprio sopra la mia testa  invece che nel centro cittadino, che scorno per tutti quelli che si erano fidati delle istruzioni ricevute, radunandosi in centro nella speranza di essere inceneriti in un istante,  adesso dovranno attendere altri interminabili secondi l'arrivo della morte, intanto si sentono scoppiare vari colpi di pistola, sono partiti da quelli più  impazienti, stanchi di attendere la fine hanno deciso di provvedere personalmente.

Si, si, adesso lo posso ben dire, la bomba è proprio sopra la mia testa, con una deviazione di otto/novecento metri rispetto al punto stabilito, che figuraccia! Una cosa del genere non si era mai vista, mi immagino le polemiche, di sicuro cadrànno molte teste. Intanto però la bomba è quasi arrivata, se allungo la mano posso quasi toccarla, il suo metallo freddo, quelle forme studiate in ogni particolare, la sua superficie verniciata a colori vivaci, per preservarla dalla ruggine credo, ma intanto ha un che di beffardo, tutta questa cura costruttiva, quei colori allegri,  per un manufatto che in fin dei conti è destinato a distruggersi e a portare distruzione. Intanto penso già al dopo, lo sgomento di chi ha assistito allo spettacolo, la disperata  ricerca dei sopravvissuti, la crudele agonia di chi non è morto sul colpo, le strazianti immagini delle loro sofferenze. Intanto il tempo che passa, e già nelle città più vicine la compassione per noi vittime, cede il posto alla preoccupazione che l'aria contaminata possa varcare i loro confini. Dopo di che inizieranno Le discussioni sulle spese per bonificare l'area, poi altre discussioni su cosa costruire dove prima sorgeva la città, il costo della vita che sale, l'inflazione, il campionato sportivo, le vacanze, la moda che muta, i governi che cambiano. E intanto  un'altra generazione è passata.

                              Fine